Cosa porta una donna ad uccidere? | “Why Women Kill” SERIE TV ideata da Marc Cherry

“-Dio potrebbe non capire.-
– Magari no, ma sono sicura che la moglie di Dio capirà.”

(Why Women Kill)

1968, 1984 e 2019: venite a scoprire come e perché Beth Anne, Simone e Taylor si ritroveranno a uccidere.

Iniziata quasi per caso grazie ad una clip trovata su YouTube, mi ha coinvolta fin dall’inizio grazie a Lucy Liu (Simone, nome in codice Festaiola) e Ginnifer Goodwin (Beth Anne, a.k.a. Perfetta Casalinga) e alla loro splendida interpretazione, accompagnata da quella altrettanto buona di Kirby Howell-Baptiste (Taylor, Donna Moderna per gli amici).

Una serie frizzante, divertente e dall’umorismo nero, che ci mostra tre donne con matrimoni completamente diversi, arrivare alla stessa conclusione: uccidere è la risposta, possibilmente con una massiccia dose di “è l’unico modo” per mandare già la pillola.

Ora, non pensiate che questa sia una serie crime: neanche un pò. E neanche una serie dalle trame banali: ci sono un po’ di tradimenti, ma si può uccidere per tanti motivi.

E’ una serie che indaga (come dice il titolo), i motivi che spingono una donna ad uccidere: Sono sempre sbagliati? Non c’è mai un ragionevole motivo?

Gli episodi intersecano le storie delle protagoniste, unite non solo nell’omicidio ma anche nella casa, una dimora di Pasadena che pare una succursale di “American Horror Story”, a giudicare da tutti gli omicidi che vi avvengono.

Uno degli elementi più interessanti è ovviamente il cambio temporale: si assiste alle nuove mode, a ciò che significa essere donna e moglie e a tematiche come il tradimento, la malattia, la stigmatizzazione e sessualità differenti da quella etero.

Ultima ciliegina sulla torta (che poi è in realtà la prima), è la sigla: con una splendida colonna sonora di accompagnamento (L.O.V.E. di Frank Sinatra), ci vengono mostrate scene di vita quotidiana che nel corso del tempo i matrimoni o le relazioni hanno attraversato, con una grafica che ricorda la pop art e riprende l’entusiasmo dei colori presente nella serie stessa.

Punti bonus, i velati (mica tanto), consigli che lascia la sigla, tipo: non regalate alla vostra compagna un ferro da stiro per l’anniversario.

Una serie al femminile in grado di farci immedesimare nei personaggi con sorprendente facilità, che ci porterà a chiedere come avremmo agito se fossimo state nelle stesse situazioni delle protagoniste e capace di farci comprendere che il rovescio della medaglia esiste, e che non può essere ignorato: almeno, non per sempre.

Per il resto, dovrete guardare la serie!

CONSIGLIO: “Good Girls”, e “Come ti ammazzo l’ex”.


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