La Satira si traveste da Super | “The Boys” SERIE TV ideata da Erik Cripke

“We make heroes . . . super.”

(“The Boys”)

Butcher e i Boys (meno LM, che si è ritirato), lavorano per il Bureau of Superhero Affairs di Victoria Neuman, con Hughie come tramite. Ma nuove sfide stanno arrivando e le mezze misure non sono contemplate: e se significa divenire Super per 24h . . . beh, così sia.

La terza stagione di “The Boys” si conferma non solo all’altezza delle aspettative, ma capace di superarle.

Votata alla Satira e all’umorismo dei più neri, “The Boys” è la serie che per eccellenza riesce a mostrare una visione realistica (e terribile), di ciò che accadrebbe se i Super esistessero davvero.

Con quest’ultima stagione ci viene data una visione violenta, estrema ed inquietante, resa ancor più splendida dalla magistrale interpretazione di Antony Starr (Patriota/Homelander): la facilità con cui riesce ad interpretare un Nazista complessato è incredibile.

Inoltre, sebbene tutte le interpretazioni siano splendide (Karen Fukuhara meravigliosa), è impossibile non notare quella di Jensen Ackles (Soldatino/Soldier Boy), grande New Entry della stagione: in quanto fan sfegata di una sua precedente interpretazione (Dean Winchester in “Supernatural”), posso dire che guardarlo interpretare un misogino omicida è stato a dir poco divertente. Il fatto che poi sia spoiler una sorta di bomba atomica che toglie poteri (i russi e i loro esperimenti sono in grado di fare miracoli), rende il tutto ancora più comico. fine spoiler

Elemento interessante quanto eccezionale è stata l’introduzione del “V temporaneo”: vedere i vostri beniamini (in perenne lotta contro i super), “soccombere” all’idea di aver bisogno dei poteri per poter vincere è stato un fuori programma notevole, e l’impatto psicologico dei migliori.

spoiler

Peccato che il composto porti ad una morte veloce le persone che lo utilizzano e che quindi non sia un’arma di lunga durata.

Parere Personale: vedere Butcher con gli occhi laser vale il pericolo.

fine spoiler

Il finale sconvolge proprio a causa della sua prevedibilità: non ci si può aspettare che il male soccomba solo perché ci sono degli eroi a contrastarlo, giusto? E poi ammetiamolo, una serie ha bisogno di pathos, e “The Boys” si basa sulle forti emozioni quanto sulle forti batoste.

Quindi è molto semplice: se amate la satira rivolta all’intera società, e non avete paura di violenza, uccisioni grottesche (e random), e Super dall’animo malvagio, iniziate anche la terza stagione e seguite le orme dei Boys.

CONSIGLIO: “Doom Patrol”, “Happy”, “Invincible”, “Banshee”, “Watchmen”.

E questo è quanto Lettrici e Lettori, al prossimo fiume telematico!

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