Recensione di “Alla ricerca del Principe Dracula” di Kerri Maniscalco

“Mister Thomas Cresswell, l’ultimo erede maschio del Principe Dracula, mi stava offrendo il suo cuore e la sua mano.”

(Alla ricerca del Principe Dracula)

Secondo capitolo della saga dell’autrice Kerri Maniscalco, con protagonisti Audrey Rose Wadsworth e Thomas Cresswell. In uscita il 15 Settembre per Oscar Mondadori.

Dopo essersi lasciati (più o meno), alle spalle il caso di Jack lo Squartatore, Wasdworth e Cresswell si apprestano ad entrare nella loro seconda avventura a tema gotico: in viaggio per la Romania, pronti per arrivare all’Accademia di Medicina Legale e Scienze Forensi, s’imbattono (ovviamente duh), in un omicidio.

Se avete notato il titolo, penso sarà molto semplice intuire come è stato commesso.

Rullo di Tamburi:

Paletto nel cuore.

Tra superstizioni e dissanguamenti, passaggi segreti e bisturi, i nostri intrepidi personaggi compiranno scelte (spesso pessime, vero Cresswell?) audaci, che li porteranno a scoprire misteri e segreti sepolti da molto tempo.

Dunque, partiamo dai pregi: da grande fan dell’epoca vittoriana, non posso che dire che ho adorato l’epoca in cui il romanzo viene ambientato; inoltre, ragazzi, i vampiri. E non parlo di vampiri brillantosi (ciao Edward), ma di quelli vecchio stile, con paletti, aglio e bagni di sangue: bei tempi.

Inoltre abbiamo sicuramente una protagonista atipica per l’epoca, cosa che fa sempre piacere trovare.

Lo stile, sebbene non rientri del tutto nei miei canoni di apprezzamento, è sicuramente veloce e semplice da seguire; scritto in prima persona, rende semplice immedesimarsi con la protagonista.

Parlando dei difetti… sfondiamo una porta aperta; in primo luogo i monologhi interiori de Audrey Rose, che sono incentrati su tre temi (e non uno di più): “le indagini che devo risolvere”; “Thomas e i suoi bellissimi capelli/occhi/vestiti”; “Thomas e le situazioni indecenti che non possono accadere ma che comunque immagino costantemente”.

In realtà quella che mi crea più fastidio è la categoria “indecente”: è una parola che viene ripetuta all’infinito e che stanca velocemente: sì, ho capito che è un certo tipo di epoca, ma non importa ricordarmelo ogni due paragrafi.

In secondo luogo, per quanto le interazioni tra i due siano divertenti, l’autrice ha creato un’immotivata quantità di tensione, che si traduce in scelte assurde per i personaggi, in particolar modo per Thomas.

SPOILER

Vi sembra normale che uno si faccia trovare in obitorio, su uno dei lettini, fingendosi morto, perché è del parere che quello sia l’unico modo per poter parlare con una lei parecchio arrabbiata con il suddetto finto-morto?

No? Beh, in questo caso sappiate che al contrario di Thomas, che ritiene essere il metodo più adatto, siete personcine dotate di una certa dose di buon senso.

In più ad un certo punto il ragazzo si mette a scalare le mura del castello – l’ accademia -, Udite Udite, per divertimento.

In mezzo ad una tormenta di neve. Rischiando di morire schiantato al suolo.

Perché?! Ah si, per creare tensione non necessaria.

FINE SPOILER

Credo che in generale le interazioni tra i personaggi (eccezion fatta per quelle tra i protagonisti, che tutto sommato descrivono bene il loro legame), siano spesso fuori misura e affatto approfondite, votate ad avere al centro Audrey e Thomas e basta.

In più, ancora una volta, ritroviamo situazioni assurde vista l’epoca Vittoriana: la Chaperon dorme tutto il tempo; Audrey rimane in una scuola piena di giovani uomini (e ok, anche qualche donna), senza la supervisione di uno chaperon (insegnanti e direttore non contano). Insomma, questo elemento continua a lasciarmi perplessa.

In linea di massima, nonostante le ambientazioni gotiche e i misteri da risolvere, non sarà mai uno dei miei romanzi preferiti.

Vale la pena leggerlo? Se vi piace una lettura leggera, con una ship che vi farà venir voglia di tirare schiaffi perché “ABBOZZATELA DI FARE I BAMBINI E METTETEVI INSIEME”, avventure in passaggi nascosti e cadaveri dissanguati, allora sì.

E questo è quanto Lettrici e Lettori, al prossimo fiume libroso!

P.S. Il nome Audrey Rose? Lo odio :).

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